PANDEMIA E GUERRA

La concatenazione pandemia-guerra ha posto l’umanità di fronte a cambiamenti psicologici necessari ed esiziali: soccombere o morire.

Chi ha letto il libro di J. Diamond Armi, acciaio e malattie, ritrova il paradigma sostenuto nel libro, nelle cronache degli ultimi 3 anni. 

Dalla guerra russo-ucraina che adesso ha superato i 100 giorni, stiamo assistendo agli effetti di una bomba ben più potente di qualsiasi ordigno nucleare finora studiato: la fame controllata. Controllata da milioni di tonnellate di grano tenute in ostaggio dalla Russia di Putin che le somministra a paesi amici e le nega agli altri. È di questi giorni l’incontro di Putin con il presidente dell’Unione africana, e la presa d’atto che il terzo mondo, ivi comprese ampie zone asiatiche, soffre per la guerra russo-ucraina. Nel frattempo, sono partite delle navi cariche di grano (rubato, a detta di Kiev) alla volta dell’Africa. 

Ecco un modo non cruento per esercitare un’influenza su terre disagiate dal punto di vista socio-economico, cui inviare armi di seconda mano e cibo in scadenza, in cambio dello sfruttamento dei territori. Non solo con l’agricoltura. Questa bomba è poi a costo zero, poiché si tratta di un non-fare, quindi senza personale impegnato in chissacché.

La parola fa capolino in questa odiosa guerra euro-asiatica, seppur trasudante cinismo. Per un osservatore da salotto, come si ama dire, che differenza corre fra qualche migliaio o qualche milione di morti?

Forse l’estrazione sociale: milioni di morti per fame in Africa e migliaia in Ucraina, sotto le bombe; straccioni VS agiati. Nessuna differenza. Eppure, in Italia, si parla di reddito minimo e di politiche per la famiglia. La differenza qui si sente. 

Tornando alla pandemia, l’Occidente ha dato gran prova di sé sia nello studio del coronavirus avviando la rolling review  proprio con lo Sputnik e che permise di studiare i vaccini più promettenti nella fase critica della pandemia,  validandone quattro, due a mRNA e due a vettore virale. Lo Sputnik non fu abbastanza efficace. E fu il primo a essere testato con questo innovativo metodo.

Questo suffraga la mia ipotesi che una subitanea esclusione dal gotha scientifico internazionale dei virologi e infettivologi del pianeta: io penso, come ho detto sopra che proprio questa débâcle sia stata l’innesco di una reazione fuori luogo di un uomo abituato a vincere, in un modo o nell’altro.

Come un vaccino efficace è l’arma usata da chi lo detiene per far muovere l’economia, così uno inefficace potrebbe aver innescato quella reazione paranoide propria delle autarchie, da cui la guerra.

Non si può negare l’esistenza di due blocchi, uno democratico e uno autarchico e soprattutto non si può negare il diritto di una nazione sovrana di  non essere invasa. Da chicchessia.

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