Il vaccino rappresenta la via di prevenzione alle infezioni più studiata ed evoluta della concezione medica attuale. Già Esiodo, nell’VIII sec, a. C., asserendo che Non c’è colpa né intervento del dio nella genesi delle malattie, poneva le basi della filosofia naturalistica e del concetto parassitario delle malattie. La concezione medica razionale, che deriva dalla filosofia di Esiodo, svincolava la medicina dalle speculazioni filosofiche; bisognerà però attendere il XIX secolo perché si imponga il concetto batteriologico, quando Koch identificò il bacillus anthracis causa dell’antrace e il mycobacterium tuberculosis agente infettivo della tubercolosi. Insieme a Louis Pasteur, Robert Koch fu il fondatore della microbiologia. Oggi, nonostante i paradossi ideologici di certa psichiatria che ricercava - e ancora c’è chi si ostina a farlo - il bacillo della schizofrenia, il famoso SCHIZOcocco, i microbiologi hanno identificato tutti o quasi gli agenti infettivi delle maggiori malattie, per le quali si ricerca l’antibiotico più efficace.
La novità nell’azione degli scienziati e delle case farmaceutiche nella risposta all’epidemia di COVID 19, è consistita nella, sconosciuta finora, rapidità dell’azione nella produrre un vaccino, anzi sei, con caratteristiche tali da essere prodotto in larga scala e diffuso in TUTTO il mondo.
Infatti, a un anno dalla prima diagnosi di COVID 19, avvenuto il 22 dicembre 2019, viene autorizzato, dall'Agenzia Italiana del Farmaco (AIFA) l'immissione in commercio del vaccino anti COVID-19 Pfizer/BioNTech. Questa rapidità è stata possibile grazie a una modalità di raccolta dei dati, la rolling review, cioè la revisione continua delle osservazioni sulle reazioni avverse dei vaccini, seguendo i parametri dell’EMA che avviò questa metodica per il vaccino Sputnik V. Questo ha reso possibile studiare contemporaneamente più vaccini, validando i dati in tempo reale concentrando le 4 fasi degli studi farmaceutici,
· Fase 0: farmacocinetica.
· Fase I: sicurezza clinica.
· Fase II: studio di efficacia.
· Fase III: studio multicentrico.
Questa innovazione, resasi essenziale per il controllo di un’epidemia è stata possibile anche alle tecnologie acquisite negli ultimi anni, come calcolatori quantistici e centri unici per l'aggregamento dei big data: una prova del nove del meglio del meglio delle conoscenze tecnologiche e scientifiche raggiunte nel 2020
Malgrado i vaccini stimolino una risposta immunitaria differente a seconda della tipologia dei pazienti, siano anziani, immunocompromessi o portatori di più patologie, la vulgata ha già stilato una classifica dei ‘migliori’. Così nascono le fake news. Abbiamo tutti presente le disgrazie del vaccino di Astra Zeneca. E qui si è potuto vedere la genesi di una fake new: il sofisma fallace post hoc ergo propter hoc, dopo di ciò quindi a causa di ciò, viene imposto alle masse grazie alla denuncia di un decesso per presunto effetto collaterale della vaccinazione, occorso 18 giorni dopo questo e di un giovane morto invece poco dopo. Poi, nonostante le autopsie abbiano escluso il nesso di casualità diretta con la vaccinazione.
Una cricca di bulimici del denaro ne approfitta per sterminare l’umanità: questo è il pensiero di molti negazionisti.
Un vaccino è un’arma: chi ce l’ha e chi deve concederlo. Nascono intorno a questo, lotte tra i big che si spartiscono il mercato, di farmaci e dell’indotto sotto il rigido controllo di chi ha interesse a mantenere o spostare gli assetti geopolitici. Le gerarchie sociali e geopolitiche si giocano così sui vaccini.
Autorizzare uno stato a produrre un vaccino, proprio o altrui, significa un ingente quantità di soldi che piovono (è il caso di dirlo) sui vari attori della gestione della pandemia, dai governi alla logistica
I BREVETTI
Dai vaccini antipolio di Salk e di Sabin negli anni 60 del secolo scorso, il vaccino è considerato l’approdo tecnologico più moderno che conclude ogni epidemia, a cominciare da quella stagionale influenzale. Con il COVID19 la comunità scientifica e l’industria si è dovuta confrontare con un prodotto da fornire in centinaia di milioni di dosi per un mercato di quasi 8 miliardi di persone.
Vexata quaestio, quella della proprietà intellettuale di una cura vaccinica per una malattia di grande impegno delle risorse, mobili (…) e immobili, di media letalità ma grande diffusione. I brevetti dei vaccini patrimonio dell’umanità è, a mio avviso, uno slogan che potrebbe portare a gravi danni non solo sociali. Oggi una tecnica qualsiasi ha un nome e un cognome, grazie alla proprietà intellettuale. Nella fattispecie, concedere l’uso della tecnica per la ‘costruzione’ di un vaccino, determina, oltre ai milioni di dosi già vendute, un’assunzione di responsabilità per gli effetti collaterali noti ed eventuali. Su questo verte lo scontro tra commissione UE e case farmaceutiche. La vicenda è ben spiegata qui. Dopo aver letto questo irritante articolo, cambiano le considerazioni sugli eventi che hanno caratterizzato questo periodo. La denuncia dei parenti del presunto decesso per vaccino ha acceso i riflettori su Astra Zeneca e portate allo scoperto le sue pretese nella trattativa con la UE. Pretese non economiche ma di responsabilità giuridica per gli effetti collaterali noti. E quelli non noti o sporadici? La Commissione si era battuta per una liability (responsabilità) all’europea: lo Stato assume su di sé la responsabilità giuridica per gli effetti imprevedibili e imprevisti del vaccino, che sono possibili sia pure molto rari e la compagnia resta responsabile in caso di colpa o dolo. Qui, va detto, ha giocato un ruolo importante nella diffusione della notizia il mondo NO VAX, contro vax e co., che vigilano, per statuto, su tutte le incongruenze della gestione della salute pubblica.
In tempi di pandemia se ne sono sentite di tutti i colori: il tema della morte come eventualità possibile ha sconvolto i programmi di ognuno e questo si è ripercosso sulle attività che, nel bene e nel male, ne hanno risentito.
Trovo un po’ inquietante che si parli dei guadagni di questo o di quello, o delle case farmaceutiche a fronte di 500 morti al giorno, blocco delle economie, relazioni sociali d’un tratto recise. Mi ostino a pensare che questa tregenda, piombata d’un tratto nella vita di tutti, non sia preferibile ai milioni che possa guadagnare chiunque abbia studiato, verificato, deciso di produrre e alla fine prodotto le milioni di dosi di un qualsiasi farmaco che ci liberi da questo incubo. Anche il pensiero diffuso che il solo possesso di UN brevetto (il famoso brevetto del vaccino) basti a produrre decine di milioni di dosi, d’emblée, senza pensare all’investimento in risorse umane altamente specializzate, logistica, mezzi, altri brevetti – che consentano la sopravvivenza di un’adeguata struttura, alle condizioni del committente.
I BREVETTI COME INVESTIMENTO
Come c’è da aspettarsi. il mondo globalizzato, specula sui brevetti:
25 MARZO 2021
In che modo Sony sta rinnovando il proprio portafoglio di brevetti per adattarsi a un business in rapida evoluzione
https://www.iam-media.com/
Un investimento che, oltre alle major, anche i ricchi del mondo fanno, associati nella National Association of Patent Practitioners https://www.napp.org/, associazione che guida, assiste e istruisce i professionisti dei brevetti nelle trattative con case farmaceutiche e non solo. Basti pensare i chip dei computer. Insomma, una professione come un’altra da cui dipende la produzione industriale di una tecnologia, quindi, dove va il mondo.
Dove va il mondo?