La pandemia ha funzionato, come da aspettativa, da acceleratore di cambiamenti: questa considerazione, evoca l’elan vitale.
Henry Bergson teorizzò l’elan vitale alla fine del XIX sec. ma fin dai primi anni dell'800 Schopenhauer accentrava la sua filosofia sulla "volontà di vivere", una forza irrazionale e cieca che può render vano ogni tentativo di dare senso e direzione alla stessa esistenza.
La vita (l’elan vitale) va intesa come spirito, come energia creatrice che produce tutte le cose e che Bergson considera l’energia che dà origine a tutti i fenomeni naturali.
L’elan vitale non segue una sola direzione, ma si disperde dovunque trovi possibilità di farlo (come un nucleo che emette fasci di raggi nello spazio vuoto).
Così, i fisici hanno presentato la prima piastrella per sperimentare un controllo sulla fusione nucleare, prospettando una centrale ad alto rendimento e con un irrilevante produzione di scorie. Che in alcuni casi possono diventare fertilizzanti di nuove fusioni. Anche se si dice la prima centrale nucleare sarà pronta fra anni, senz’altro dopo il 2050, un primo laboratorio ha orientato le sperimentazioni verso un progetto perlomeno ventennale, trascinando ingegneri, architetti e militari in una selva inesplorata, lasciandosi alle spalle ‘incidenti’ che ancora, sinistramente, tornano alla mente: Three Miles Island, Cernobyl, il più grande disastro nucleare della storia dell’energia nucleare. Invece, i fisici sono orientati verso il motore eterno, che comunque consuma materiali fissili cioè scindibili per fissione.
L’elan vitale si è visto valere anche per i popoli, come anche quest’anno in Medio Oriente.
Stagionalmente, usano farsi la guerra.
Il Medio Oriente (MO) è il carrefour di molte realtà: geografiche (Asia-Africa); economiche (spezie, profumi e incensi votivi Vs materie prime); religiose.
Alle millenarie tensioni che travagliano quest’area, rispondono geografi di ogni parte del globo e in tutte le epoche con decine di definizioni di MO, una per ognuno che abbia partecipato al dibattito. Tuttavia, non esiste una definizione univoca: la controversia è quindi sicuramente complessa.
Se consideriamo la definizione di MO di Gregory Gause, nel 2004: egli parla del Medio Oriente dal punto di vista economico, come quel gruppo di Stati che si sorreggono tramite un’interdipendenza asimmetrica.
Cioè:
1. Arabia Saudita
2. Bahrein
3. Cipro
4. Egitto
5. Emirati Arabi Uniti
6. Giordania
7. Iraq
8. Iran
9. Israele
10. Kuwait
11. Libano
12. Oman
13. Palestina
14. Qatar
15. Siria
16. Turchia
17. Yemen
Vivono un regime di reciproca sudditanza economica, energetica, di commesse per le materie prime, armi, cibo. Ma chi ha il potere? L’estremista Qatar o gli ultraconservatori sauditi? Chi ha il petrolio ed è egemone nell’area da almeno un migliaio di anni, ritiene di essere superiore ad altri, sicuramente meno dipendente per le armi.
E si bombardano in allegria. Da 3000 anni, documentati. Ante qua non datur.
La pace non trova qui sostenitori tanto che neanche un trattato intrinsecamente favorevole alla pace, quello di Rabin degli accordi di Oslo del 1993, durò a lungo e si estinse col suo omicidio, poco più di un anno dopo.
Non c’è soluzione a questo affaire.
Chissà quanti Rabin sono transitati in questa parte del mondo dal 3500 a. C. ma nessuno si è imposto; così gli assiri di turno hanno continuato a vendicare madri o padri uccisi così i babilonesi (attuale Iraq) e tutte le tribù di un territorio cerniera tra Asia e Africa, tanto ingrato come terreno agricolo quanto popolato da uomini di indole bellicosa; a ragion veduta, per di più .
Capisci solo le mazzate! Faceva dire il disegnatore Andrea Pazienza a un improbabile Sandro Pertini a un altro altrettanto improbabile sé stesso, mentre tentavano di scalare una montagna.
Il nome di Israele, è menzionato per la prima volta su geroglifici egiziani su una stele di circa 1200 anni prima di Cristo. Già rilevante allora, cominciò a far parlare di sé in quell’epoca, tanto da venire menzionato in cronache guerriere.
Stretti fra Egitto Assiri e Babilonia hanno sempre dato prova di non riuscire a trovare un modo di convivenza pacifica. Neanche il credo in un Dio unico. Ovvio. Son più di 3mila anni che portano ognuno nel cuore un padre, un figlio morto in una qualche guerra.
Credo che neanche una campagna di perdono militante possa fare superare queste antiche ruggini.
Ma accettare che possano esistere dei popoli che possano intendersi solo sui bagni di sangue mi vien male, come l’antisemitismo evocato da tutti produce atti antisemiti. Fascisti.
È una questione di metodo.
Il 27 maggio 1679 viene emanato da Carlo II d'Inghilterra l'Habeas Corpus Act, uno dei più efficienti sistemi di salvaguardia della libertà individuale contro detenzioni arbitrarie.
Si produce, così, un certificato medico e si ‘crea’ la pacificazione tra individuo e società.
Così, la guerra di Israele con Hamas si interrompe con l’improbabile auspicio di fermare un’epidemia di poliomielite con l’obiettivo di vaccinare il 95% dei bambini: il virus non conosce ostacoli né di razza né di altro; solo un’igiene dei luoghi di convivenza può contrastarne la diffusione. Su questo stendiamo un pietoso velo.
Come nel gioco dell’oca, l’entrata e uscita dal truce periodo esordito col virus del COVID19 persegue la via di un virus. La cura della violenza è quindi riposta nella sua medicalizzazione, ovvero, con il trattamento di un evento più violento per proditorietà ed efficacia. Un altro virus.
Per cause di FORZA MAGGIORE, si materializza la soluzione al comportamento violento: un’infezione a potenziale andamento epidemico, come in una drammatica morra cinese, spariglia il gioco: vincitori e vinti hanno la stessa vulnerabilità a un evento nuovo, imprevedibile e incontenibile in grado di mettere in scacco popolazioni intere e capace di ridare autorità alla stessa ONU che inutilmente ha tentato di dare forza a trattati, risoluzioni, accuse incrociate che da un anno a questa parte ne hanno occupato l’agenda.
Quindi, solo una forza maggiore è in grado di fronteggiare una forza ‘minore’, come diventa la violenza.
La malattia è un male che accomuna il malato, che è giusto che si curi e non diffonda il morbo, e il sano, che ha diritto a non ammalarsi.
Ma se il Medio Oriente è "il ring del mondo", come lo definì lo storico israeliano Yuval Noah Harari, per continuare la metafora pugilistica, può essere interrotto solo dall’arbitro per motivi di salute che riguardino anche uno solo dei contendenti, come in un KO.
Ma il fuoco arde sotto le ceneri.
Prende il posto del virus il cercapersone caricato con esplosivo: non più indiscriminato ma mirato. Si dice che il Mossad abbia intercettato centinaia di cercapersone destinati a Hezbollah e li abbia sostituiti con dispositivi ‘’minati’, cui era stata applicata una carica esplosiva in grado di uccidere.
La morte per procura diventa così una morte edulcorata, priva degli aspetti truculenti e drammatici delle macerie di uno stabile o di una strage di indifesi. In più, si accompagna a un clima carnascialesco: comica con finale in tragedia.
Lo spunto per questa immagine dello schema tragedia-farsa mi è venuta da un carteggio Marx-Engels.
La lettera inviata a Marx il 3 dicembre 1851: “Sembra veramente che il vecchio Hegel conduca dalla sua tomba la storia, come spirito del mondo, e con grande coscienziosità faccia che tutto si presenti due volte, una volta come tragedia, la seconda volta come farsa pidocchiosa”.
È il caso della guerra 2024 Israele-Hamas: l’inevitabile propagazione del conflitto alle nazioni viciniori, come il Libano, portatore di altri terroristi come Hezbollah, anche lui al centro degli obiettivi militari di Israele, ha portato il conflitto a esprimersi al suo massimo grado con grande dispiegamento di uomini e mezzi. E vittime.
La storia degli ultimi 100 anni, conferma che non interessa a nessuno che si formi uno stato palestinese né alla lega araba né ad Israele, ciascuno con scuse plausibili, la sicurezza da un lato, lo sterminio perpetrato su un popolo relativamente indifeso dall’altro.
Il coro di arabi e non ipotizza due stati teoriferiti, slogan ma non posizione condivisa dalle parti.
Interessante è questo resoconto delle cronache della questione israelo-palestinese https://www.youtube.com/watch?v=R7YtInyrXmU
fatto grazie alla memoria di Marco Travaglio che dà un taglio giornalistico all’intera vicenda.