…Il malato è un malato, ha la natura e la modificata maniera di sentire del malato.
Thomas Mann, La montagna incantata
DIANA PIFFERI E LA MADRE ALESSIA
Involontariamente o a bella posta si impara a mantenere un atteggiamento, un’espressione del viso per attirare maggiormente le attenzioni su di sé, in un momento in cui si è già al centro dell’attenzione.
E si impara a sentire. Ci dicono della signora Pifferi, che racconta, inascoltata, di come non fosse suo quel bambino che nacque ‘all’improvviso’ costretta dalle sue alquanto povere risorse a vivere con poco. Immersa nel concreto, non riesce a trarre spunti di responsabilità neppure da un figlio, che non ha mai immaginato e che per lei, poteva sopravvivere mesi con un biberon caricato a pappa. Mondo immondo.
Povero il bambino, morto per sete, ma miserrimo il mondo in cui non ci si accorge di un malato che con la sua storia ci fa supporre perché è lì e perché non si aggrega ad alcuna comunità che gridi allo scandalo prima che combini il guaio.
Quel malato si sentiva malato? Era visto come tale?
La sua iterata risposta “non lo so” va creduta perché lei non sa niente di niente..